mercoledì 13 febbraio 2008

Falsità e silenzio...

Le notizie che trapelano da Yangoon sono tutt’altro che positive.
Mentre l’attenzione internazionale si nasconde dietro una silenziosa indifferenza, la Giunta militare che governa il paese continua a mentire.
Mente sul numero dei morti di Agosto-Settembre, mente sulle violazioni ai diritti umani, sui prigionieri politici, sull’esistenza di lavori forzati; mente sulla censura alla libertà di parola e di stampa; mente sulle buone intenzioni ad avviare un processo di apertura verso la democrazia.
Lo testimoniano l’inefficacia degli incontri tenutisi tra la leader del NLD -National League for Democracy- Aung San Suu Kyi ed il ministro della Giunta Aung Kyi, rivelatisi solo strategici espedienti per illudere l’opinione pubblica mondiale.
Lo testimoniano i numerosi rapporti delle ONG, di Amnesty International e il recente Human Rights Watch Report 2007.
Lo testimoniano le drammatiche parole con cui Aung San Suu Kyi si è rivolta ai colleghi dell’NLD durante il secondo breve colloquio concessole dalle repressioni di Settembre:
“Speriamo nel meglio, preparatevi al peggio”.
Ma se la Giunta mente è perché può permettersi di mentire.
Sebbene Nazioni Unite, Unione Europea e USA minaccino (sottovoce) un’imminente (ma poco credibile) perdita della pazienza, la dittatura non si sente in pericolo.
La Cina seguita il rifornimento di armi, il traffico di stupefacenti e di pietre preziose.
L’ASEAN - l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico – ha recentemente confermato gli accordi economici tra i governi dei suoi stati membri.
Le imprese medie-grandi-piccole di tutto il mondo continuano ad esportare ed importare prodotti birmani.
L’attenzione internazionale è piombata nel silenzio.

La Giunta non si sente in pericolo. E continua a mentire.

Tutto questo, mentre il gigante di cartapesta è impegnato nei "preparativi" per le olimpiadi. Costruite sui pilastri della falsità e del silenzio.

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