lunedì 4 febbraio 2008

"Rieducazione" per squadre tifosi Olimpiadi

PECHINO (Reuters) – 1.2.08
All'ultimo piano del centro commerciale Yansha di Pechino, Huang Kuoshan e 49 suoi colleghi stanno aspettando di essere ammessi alla lezione di civilizzazione delle squadre di tifosi per i giochi Olimpici di Pechino.
Con tutti i siti olimpici già pronti e il rinnovamento delle infrastrutture della capitale praticamente terminati, alle autorità cittadine non rimane altro da fare che trovare un modo per evitare che le cattive abitudini dei cinesi possano rovinare il grande appuntamento del prossimo agosto.
Riuniti in una vecchia stanza dalle tende rosse solitamente usata per i ritrovi dei gerarchi del partito comunista, i negozianti del centro commerciale alzano il braccio destro e ripetono il giuramento.
"Prometto di essere un onorabile membro della squadra di supporto per i giochi Olimpiadi Pechino", ripetono tutti in coro. "Mi impegno a promuovere lo spirito e la conoscenza delle Olimpiadi, a diffondere l'etichetta olimpica, a proteggere l'ambiente e a seguire i regolamenti".
"Farò il tifo per gli atleti, per il mio paese e per le Olimpiadi", concludono i neostudenti.
Le campagne educative promosse dalla città di Pechino contro le cattive abitudini come sputare per terra, abbandonare la spazzatura in giro e saltare le code sono state ampiamente pubblicizzate, ma le autorità sono preoccupate anche che il linguaggio rude, la mancanza di cultura sportiva e un tifo scorretto per gli atleti di casa possano creare imbarazzo tra gli organizzatori dei Giochi.
Oltre alle regole base di alcuni giochi come la pallavolo, l'arbitro Lu Weiping spiega alla classe di negozianti le possibili situazioni in cui sarà richiesta la partecipazione del pubblico.
"E' probabile che la palla rimbalzi fuori dal campo. In questo caso spero che tutti voi siate pronti a restituirla agli addetti alla raccolta delle palle", dice Lu. "Non dovete tirare la palla direttamente in campo. Potrebbe essere pericoloso perché un giocatore potrebbe inciampare sulla palla", conclude Lu.
Per Huang, la possibilità di assistere dal vivo ad un evento dei Giochi val bene la pena di sorbirsi una lezione di tre ore sulle regole base della pallavolo e su come tifare in modo appropriato per la propria squadra.
"E' divertente, e provo anche un certo senso del dovere nel tifare per le squadre nazionali e per il mio paese", ha detto il negoziante 32enne a Reuters.
Huang e i suoi colleghi sono stati selezionati fra i 3000 lavoratori impiegati nel centro commerciale statale di Yansha e formano solo una piccola parte delle oltre 100.000 persone che stanno partecipando a corsi educativi di questo genere.


Quanto riportato, dà l’esatto scenario di quel che deve subire il Popolo Cinese schiavo.
Il regime impone una “rieducazione” in forma leggera (come sopra esposto) o pesante, come nei Laogai!
Questa non è una Olimpiade, ma un tributo alla classe politica ed imprenditoriale mondiale prostrata, che, per INTERESSE, chiude gli occhi sull’ORRORE CINESE.

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