venerdì 28 dicembre 2007

Le olimpiadi del NO

Olimpiadi del No. Fervono i preparativi per mostrare al mondo la grandezza della Cina.
Ma se il vincitore delle Olimpiadi fosse il dissenso?

Non credo sia più la stagione del "raccontare" e del "perdersi" nei tentativi di capire questo popolo.
"...usare la testa per capire, per studiare, per osservare in modo critico..." non basta e non è l'approccio giusto: in questo caso utilizzare la mente non serve; c'è la necessità e l'urgenza di guardare oltre; al cuore e alla coscienza degli esseri.
Paul Valery poeta francese scriveva in "Sguardi del mondo attuale" (1994)…. "La Cina era ritenuta immensa e impotente; atroce e filosofica; patriarcale e corrotta: E siccome non sapevano come collocarla, la collocavano in un'altra sfera, nella categoria di ciò che è al tempo stesso reale e incomprensibile". Vogliamo ancora essere lontani e distaccati; ciò che sta accadendo in quel paese non ci riguarda davvero?
Tutti coloro che hanno “fatto” e continuano a “fare” hanno già
avuto risposte molto convincenti; i governanti cinesi non hanno nessuna intenzione di abbassare i livelli della repressione: non c'è solo una frenetica, impazzita e incosciente corsa alla realizzazione dei giochi olimpici ma soprattutto una forte e imponente offensiva alle libertà individuali.
La Cina ha organizzato le Olimpiadi come un grande evento per attirarsi l’attenzione del mondo; allora deve pagarne le conseguenze. Se vuole essere super-illuminata deve illuminare anche tutte le violazioni dei diritti umani e civili e dimostrare al mondo di essere sulla strada della democrazia.
Dobbiamo essere capaci al tempo stesso di intercettare con azioni forti, risolute e continue il bisogno di libertà di questo popolo e intrappolare il Gulliver cinese.

Alunia

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